La fondazione dei Messaggeri

La fondazione dei Messaggeri

La leggenda della fondazione dei Messaggeri dell’Oscurità

Una stanza al di fuori del tempo e al di fuori di ogni luogo, una presenza antica come la notte ma potente come il male più antico, prese a vorticare assumendo forma e coscienza.
Quando aprii gli occhi questi rimasero feriti dalla troppa luce, che accecava il mondo ma un sussurro, più leggero di un alito di vento e più efficace di mille parole, volò verso il mondo dei mortali diretto verso
la sua preda.

Mi trovavo nelle lande perdute alla ricerca di una sensazione che non provavo da tempo, un’emozione di paura mista di adrenalina. Distruggevo ciò che più mi aggradava senza rimorsi pur senza soddisfazione alcuna, concentrando la mia mente varcai i confini del tempo e mi ritrovai in taverna dove Gwendalyn, la giovane locandiera abituata alla mia presenza, mi salutava con un salutò e un caldo sorriso.
Stavo ripensando ad un povero combattente che peccando di superbia intralciò di recente il mio cammino, divertente fu il ricordo della mia palla di fuoco che andò a schiantarsi contro il suo petto e ne dilaniò le carni, quando all’improvviso un sussurro giunse alle mie orecchie:

“…..Kadesh……vieni a me”

Mi voltai di scatto ma non vidi nessuno, alzando le spalle pensai che la stanchezza mi aveva giocato un brutto scherzo, ma ancora:

“…….Kadesh…..vieni a me”

“Gwendalyn non senti una voce?” chiesi alla locandiera,”No maestro Kadesh, è notte fonda e nessuno a parte noi due è qui presente… avrete solo bisogno di un caldo riposo”.

Ma quella era più di un illusione dovuta alla stanchezza, varcai le porte della taverna e lo stesso sussuro mi raggiunse nuovamente:

“…..Kadesh…..vola a nord oltre le colline ….oltre le montagne……”

Non so perché e non so spiegarmelo ma ci andai, camminavo passo dopo passo usando incantesimi per lenire la stanchezza e le fame. Dopo una marcia che mi pareva insensata ma irresistibile mi trovai ai piedi dell’Altopiano della Morte, poi d’improvviso vidi intorno a me formarsi nebbie cosi torbide che nulla in esse si poteva vedere. Tenebre più intense delle notti senza luna e senza stelle, miasmi fatati giunsero a circondare ogni cosa, in queste nebbie potevo cogliere un presenza familiare ma al contempo cosi diversa alla mia natura mortale quando da esse giunse un sussurro:

“Sei giunto”.

Irritato dalla situazione sbottai: “Chi sei per chiamarmi a te come un semplice…” ma subito venni interrotto:

“Servo? No non direi…direi piuttosto suddito”

“Suddito di chi e di cosa?” potei solo replicare.

“Capirai, tu sei il primo di una schiera infinita, avrete il compito di corrompere la luce e distruggere i suoi paladini e sarete i miei messaggeri”.

“Perché dovrei fare questo per te?… E se mi rifiutassi?” provai a replicare.

Una mano di tenebra mi avvolse privandomi dell’aria, avvolgendomi e schiacciandomi.
Un urlo esplose dalla mia gola mentre una risata giunse dalle nere spire che parevano uccidermi.

“Non è consentito rifiutare. Ritorna al mondo mortale ora, raduna le forze del male e annientate la luce” sentii tuonare la voce misteriosa.

La nebbia si ritrasse, poco più tardi mi ripresi dal caos che ammantava la mia mente e toccando il mio petto notai con stupore che nessuna ferita mi era stata recata nonostante la violenta esperienza.
Un sospetto cominciò a delinearsi davanti ai miei occhi e chiesi:

“Come farò, Signore delle Tenebre a creare ciò che tu mi chiedi? Da solo non posso creare una così grande armata”.

“Il tuo futuro è un libro aperto per i miei occhi, ti racconterò quel che vedo già scritto nel tuo futuro” disse la presenza, e aggiunse:

“Tra 3 anni in questo luogo giungeranno quatto puri avventurieri dal cuore completamente oscurato dal male e a loro seguirà una quinta figura a cui darò un arcano libro intriso di male sopra il quale solo uno spietato può imprimere il verbo. Ad essi tu ti rivolgerai”.

“Ho capito ma….” balbettai.

Nulla, il silenzio era tornato come per magia ad opprimere l’Altopiano della Morte e mi ero convinto che questo strano evento era un chiaro segno del destino al quale ero stato assegnato.
Volsi le spalle e mi incamminai cingendomi di tenebra: in essa e per essa dovevo abituarmi vivere, e in verità non fu una spiacevole sensazione.

Sentii di nuovo la presenza parlarmi:

“Kadesh capirai chi sono e quando lo capirai sarai fiero di essere stato il primo di molti. Subirai tradimenti e attentati, ma tu sarai il primo e quando te ne andrai altri seguiranno le tue orme. Tu e i tuoi successori lascerete sul mondo una strada di morte e sangue”.

Tornai in taverna e vidi Gwendalyn che mi rivolgeva uno stupido caldo sorriso, e le chiesi “quando sono tornato?”

“Non ve ne siete mai andati mastro Kadesh” mi rispose lei “vi siete assopito un attimo fa, vi ho sentito mormorare frasi sconnesse fra le quali ripetevate un nome fra tutti”
“Che nome era?” le domandai, e lei mi disse “Il nome di un dio che io temo e che non intendo
pronunciare”.

“Leshrac!” esclamai colmo di felicità.

Risi di una gioia sfrenata pensando che finalmente avrei avuto ciò che avevo sempre desiderato: ricordavo ancora la paura che avevo provato, una carica di adrenalina mi aveva attraversato il corpo come un brivido nero.

Corsi in piazza e nel mezzo della notte e urlai:

“COSI’ SIA LESHRAC!!!

IO SARO’ IL PRIMO DEI TUOI MESSAGGERI, MI ROVOLGO A OGNI DIO DI QUESTA

TERRA! STANOTTE DO VITA AI MESSAGERI DELL OSCURITA E PORTEREMO

MORTE E

DISTRUZIONE

OVUNQUE I NOSTRI PIEDI SI POSERANNO!’

Dalle tenebre sibilò un sussurro “……bene Kadesh non deludermi…..”

Scritto da Kariana

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