Come uccidere il Tarrasque… per una pizza panara

Come uccidere il Tarrasque… per una pizza panara

(per chi non fosse aggiornato, c’è stata una piccola scommessa tra Asgiuw e il Divino Klenir: come uccidere il Tarrasque per una pizza al prossimo raduno… Asgiuw c’è riuscito ben due volte :-P)
 
Sjagow si schiarisce la gola sornione, pregustando una serata prodiga di affari e inizia il suo “spettacolo”:
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Oh guarda chi si rivede! Siete qui per sentire una nuova storia? Bene bene, sedetevi prego, non siate timidi, avvicinatevi, e canterò per voi una storia di gloria e di morte, di morti per essere precisi, visto che quella zona che prima era una conca, è stata livellata coi cadaveri dei valorosi caduti per mano della leggendaria bestia.
La storia ha inizio nella taverna dell’unicorno e del dragone, era una serata chiassosa e la gente beveva forte. Fu così che tra una birra rovesciata e uno spintone al vecchio di turno, si ritrovarono faccia a faccia Asgiuw, Elsworth e Tharamas, due barbari e un paladino nano che come tutti i nani con un pessimo caratteraccio.
Vi lascio immaginare il livello di discussione, incentrato sulla sfida a chi deteneva cotale virtù più sviluppata, finquando un vecchio mercenario stanco della stupida discussione si intromise affermando che il più dotato può essere solo il leggendario Tarrasque. Nemmeno mossero gli occhi i 3 affermando all’unisono che il Tarrasque era morto alcuni giorni fa, pertanto non più in gara, ma il vecchio mercenario li riprese, dicendosi certo che la bestia si fosse totalmente ripresa dalle ferite inferte e avesse ripreso la sua opera di devastazione.
A tale evidenza i tre richiamarono subito gli eroi che pochi giorni prima avevano liquidato il mostro con poca fatica, e chi facendosi pregare chi più solerte, alla fine quasi tutti risposero all’appello. Giunta la sera prestabilita il manipolo si ritrovò alla piazza della capitale, chi giunse da nord chi da sud, chi da est e chi da ovest, tutti avevano un passo lento, non baldanzoso di chi va a fare una piacevole e veloce scorazzata.
Alla fine c’erano oltre ai tre già citati, i barbari Arctis e Eldiade, l’oscuro Rhalnar, il necromante Niccaphu, i saggi Heferon e Wisdthale e i chierici Ilys, Arbahn e Sulsherod:
 

Giri di perlustrazione erano stati fatti alla cripta del re, ma di prodigiose coppe, nemmeno l’ombra, quasi a presagio della funesta notte. Un profondo respiro diaframmatico e via, si mossero veloci e in breve furono sulla soglia della tana del mostro.

La voglia di liberarsene in fretta era molta, quindi bando ai preparativi, 3 2 1 e via, entrarono nella tana dietro al grido di battaglia del paladino. Il Tarrasque tuttavia sembrava ricordarsi della strategia usata in precedenza, e iniziò ad evitare tutte la cariche, roteando la coda e mandando tutti a terra, per poi cambiare invulnerabilità e passare tranquillo momenti di lotta mentre i preti si affannavano a tenere vivo il gruppo. Ma tutto fu inutile, dopo 46 scontri, i chierici sfiniti non avevano più mana e i primi corpi iniziarono ad addobbare la tana della bestia. I sopravvissuti scapparono verso est per riprendere fiato e forze, attendendo che nuovo fluido vitale tornasse a scorrere nelle anime dei defunti.
 
Nella snervante attesa che i corpi dei combattenti si fossero ripresi dalla fatiche degli incantesimi dei maghi, per potersi sottoporre nuovamente a quelle magie, il necromante e l’oscuro prelevavano anime da ogni dove per potenziarsi il più possibile. Una volta che tutto fu ristabilito, si diede inizio ad un secondo scontro, poi un terzo nel quale le ferite inferte al Tarrasque erano terribili, ma svanì l’effetto di alcuni arcani e divenne impossibile ucciderlo, allora venne il quarto scontro poi il quinto e il sesto, ed ogni volta il paladino che scendeva in prima fila era costretto a lasciare sul campo la propria pelle, di volta in volta accompagnato da qualcuno.
 
Alfine Asgiuw logoro e sfinito dal perdurare della situazione, chiese il sacrificio finale, si rivolse ai restanti e chiese loro di non attendere più il ritorno dei compagni, di non mandare più in prima linea il povero paladino che già tanto aveva dato alla causa. Si rivolse ai curatori e chiese loro di tenerlo in vita il più a lungo possibile, si rivolse ai combattenti, e chiese loro di picchiare più forte che potevano, si rivolse a se stesso e si chiese di non avere paura, di guidare il gruppo per l’ultima volta, non ci sarebbero stati altri tentativi, sarebbe stata vittoria o morte.
 

Inizio l’ultimo mortale scontro, il clamore delle armi contro la corazza del Tarrasque era assordante, lampi e scintille provocate dal metallo che si infrangeva sulla schiena del mostro illuminavano la zona quasi a giorno, e i mormorii dei preti erano una litania che sembrava far girare il mondo, quand’ecco finalmente 

 

La bestia fu nuovamente uccisa. Grida di gioia e di imprecazioni si levarono al cielo, insulti al mostro morto non furono risparmiati, sangue e corpi avevano coperto quella che una volta era una conca nel paesaggio.
Non restava che rientrare, sfiniti e doloranti. Le grida si spensero lasciando spazio ad un silenzio meditativo, solo Asgiuw proferì parola dicendo: ora andiamo a mangiarci una pizza!
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Tratto dai racconti di Sjagow, il narratore di storie di morte.
Alla prossima avventura.

Ultimi Commenti

  • Lily says:
    Non è l’inizio. Manca il raduno di Pistoia. Chiedete a joker, l’immoralissimo gettone....